Quando lo specchio mente: dismorfismo corporeo e ferite dell’identità

Il disturbo da DISMORFISMO CORPOREO è una condizione psicologica in cui la persona sviluppa una preoccupazione intensa e persistente per uno o più aspetti del proprio aspetto fisico, spesso percepiti come difetti gravi, anche quando risultano invisibili agli altri. Lo specchio non restituisce un'immagine neutra, ma diventa un giudice che amplifica imperfezioni.Chi soffre di dismorfismo non si limita a "non piacersi": vive una vera e propria distorsione percettiva, che può portare a evitamento sociale, vergogna profonda e isolamento. Il corpo viene vissuto come "sbagliato", "deforme", spesso intollerabile. La dimensione estetica prende il sopravvento su tutte le altre, compromettendo relazioni, obiettivi e senso di sé.Il contesto affettivo primario gioca un ruolo fondamentale. Quando un bambino riceve un'accoglienza incondizionata, impara a percepirsi in modo integrato: il bello e il brutto, il forte e il fragile, diventano parti compatibili di un tutto coerente. Se invece cresce in un ambiente in cui l'immagine è ipervalorizzata, o accompagnata da critiche e umiliazioni, può interiorizzare l'idea che il valore personale dipenda dalla perfezione estetica. Il brutto allora non è più solo un difetto ma diventa una colpa, una macchia che non si può mostrare.Esiste anche un livello più profondo, spesso invisibile: quello della trasmissione transgenerazionale. In alcune storie familiari, eventi carichi di vergogna, fallimenti, traumi, disonore, vengono taciuti, lasciando tracce psichiche che si incarnano nel corpo. Il "brutto" non è più solo fisico, ma simbolico: rappresenta un'eredità silenziosa che si esprime attraverso il rifiuto del proprio aspetto. Il disturbo da dismorfismo corporeo, nel modello dell'Analisi Transazionale, può essere letto come l'effetto di un copione di vita disfunzionale, strutturato su messaggi negativi ricevuti durante l'infanzia e mantenuto attivo attraverso un dialogo interno distorto tra gli Stati dell'Io. Nel soggetto dismorfofobico, lo Stato dell'Io Genitore Critico può risultare ipertrofico, interiorizzando messaggi giudicanti ricevuti (es. "devi essere perfetto", "non sei abbastanza bello") e rivolgendoli al Sé in modo severo. Questo si riflette in una costante autovalutazione negativa, che opprime il Bambino Naturale (cioè la parte spontanea, creativa e vitale dell'individuo) fino a ridurlo a un Bambino Adattato sottomesso e vergognoso, che evita il contatto sociale per timore del giudizio. Si possono individuare ingiunzioni precoci come:"non essere te stesso", "non essere attraente", "non esistere", "non essere sano", "non essere importante".Queste ingiunzioni sono spesso trasmesse inconsciamente dai genitori o da figure significative attraverso atteggiamenti svalutanti, ipercritici o assenti, e possono essere accompagnate da controingiunzioni (es. "devi essere perfetto", "devi piacere a tutti"). Il soggetto con dismorfismo può aver costruito un copione di vita basato sull'evitamento, la vergogna e l'autoannullamento, strutturato intorno alla posizione esistenziale "Io non sono OK, tu sei OK". Da qui derivano condotte evitanti, difficoltà relazionali e ritiro sociale: il sé viene percepito come inadeguato e indegno di amore e riconoscimento.
Mancanza di permessi e processo terapeuticoIl percorso terapeutico, in AT, si focalizza sul fornire permessi correttivi come:
"Puoi essere come sei"
"Hai valore anche se non sei perfetto"
"Puoi esistere anche con le tue fragilità"
"Puoi farti vedere"L'obiettivo è favorire il rafforzamento dell'Adulto funzionale, che possa valutare la realtà con più oggettività e ristrutturare la visione di sé, aprendosi a una posizione esistenziale più sana: "Io sono OK, tu sei OK".
Germana Verganti
Bibliografia
Scarinci A., Lorenzini R. (2015). Disturbo di dismorfismo corporeo. Assessment, diagnosi e trattamento. Ed. Centro Studi Erickson.
Stewart, V. Joines (1987), L'analisi transazionale, Guida alla psicologia dei rapporti umani, Garzanti Editore.
S. Woollams, M. Brown (2009), Analisi Transazionale, psicoterapia della persona e delle relazioni, Cittadella Editrice, Assisi.