MUTAMENTI IN ADOLESCENZA
A COSA SONO DOVUTI?
L'adolescenza, è generalmente considerata un periodo critico, e spesso lo è, ma è anche fonte di un grande potenziale dei giovani, che se approcciato nel modo adeguato è essenziale per un sano sviluppo del figlio. Inizia con la pubertà, che comporta mutamenti a livello fisico ed emotivo soggettivi per ogni individuo, è per questo che non è possibile stabilire con precisione l'età in cui si diventa adolescenti; la conclusione invece della fase adolescenziale avviene quando il ragazzo è sufficientemente autonomo, stabilisce rapporti interpersonali adeguati con l'altro, dal punto di vista intimo, amicale, istituzionale.
Formalmente l'adolescenza si conclude al compimento del 18 anno di età, che segna il passaggio alla vita adulta, nella pratica, però, vuoi perché la maturazione non si è completata, vuoi per questioni economiche, lavorative, di studio, i giovani adulti continuano a rimanere in casa coi genitori, con il messaggio implicito che sono ancora considerati adolescenti, questo rende ancora più difficoltoso uno svincolo familiare in termini emotivi e lavorativi.
Canestrari ha individuato quattro possibili evoluzioni della fase adolescenziale:
1. Ottimale: il soggetto ha momenti regressivi e momenti di crescita, fino a raggiungere una maturazione adeguata derivante dal costante confronto con le figure significative e dalla integrazione di modelli sociali.
2. Ritardata: si tratta di quei casi in qui si possono avere manifestazioni non adeguate all'età quando magari si hanno trent'anni, questo perché l'adolescente tende a negare ogni forma di conflitto con le figure di attaccamento, nel timore che se non si adegua alle loro regole, senza ricercare quindi una propria autonomia, non sarà poi in grado di essere un adulto risolto. Questo processo nasconde una grande insicurezza di base, probabilmente legata allo stile di attaccamento con le figure genitoriali, non favorendo lo svincolo al momento giusto, e causando "crisi" in un periodo successivo.
3. Abbreviata: è il caso di adolescenti precocemente adultizzati, che devono farsi carico di responsabilità non appropriate alle loro competenze.
4. Dissociale: i giovani idealizzano ciò che non è accettato dalla famiglia e dalla società, questo è un aspetto che desta preoccupazione in quanto può dare adito a forme di comportamento antisociale.
L'adolescente deve costruire la propria autonomia sapendo di poter fare riferimento alla famiglia da cui si sta svincolando, la famiglia si deve porre come un sistema dinamico e aperto, capace di riconoscere, accettare e favorire le necessità di separazione, ricerca di identità e autonomia del figlio.
Recenti studi sottolineano come i cambiamenti adolescenziali siano la conseguenza di mutamenti a livello cerebrale necessari per lo sviluppo di nuove abilità e funzioni, tali da rendere la mente adeguata a stabilire relazioni differenti da quelle dell'infanzia. Queste modificazioni possono avere sia aspetti positivi di crescita personale che fattori di rischio.
Aspetti positivi
Si realizza tramite il processo di integrazione il collegamento fra diverse aree del cervello, che implicano un maggiore capacità di controllo degli impulsi, una maggiore capacità di riflessione, per cui di fronte a un dato stimolo il ragazzo può valutare diverse alternative anziché rispondere in maniera istintiva. Durante l'adolescenza avvengono diversi mutamenti a livello della corteccia cerebrale che è quella parte del cervello che permette di riflettere, essere consapevoli di sé e degli altri, di poter pianificare, di ricordare, di saper prendere decisioni. La corteccia prefrontale poi bilancia tutte le informazioni provenienti dalle altre zone del cervello. Ovviamente i cambiamenti cerebrali dipendono sia da fattori genetici, sia dalle esperienze di vita, e portano l'adolescente a formulare concetti, finalizzati alla soluzione di problemi, che possono essere fuori dagli schemi. Tutto questo processo di integrazione, favorisce la creatività, che con l'ausilio degli studi, è ciò che permette di trovare nuove risposte alle difficoltà.
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E' importante che i genitori non assumano una posizione rigida e autoritaria di fronte a questo stravolgimento, perché potrebbe comportare una chiusura comunicativa, per tanto è utile mantenere un comportamento accogliente e un ascolto empatico. Questo modo di relazionarsi aiuta a contenere gli eventuali fattori di rischio che possono insorgere durante l'adolescenza come la ricerca di emozioni forti, l'isolamento sociale, l'impulsività eccessiva e gli sbalzi di umore, le crisi di identità.
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E' fondamentale che i genitori comunichino con i figli mantenendo una buona relazione, favorendo così l'autonomia e l'indipendenza del figlio, senza che si crei una rottura, ciò a cui si va incontro è quindi un legame di interdipendenza reciproca, dove ognuno ha la sua identità, consapevolezza e capacità di porre adeguati confini. Si tratta di una modificazione quindi anche dei ruoli all'interno della famiglia, o meglio di una rinegoziazione delle funzioni, che deve tendere il più possibile a evitare situazioni conflittuali, a favore di momenti di crescita e confronto.
Dott.ssa Germana Verganti, psicologa-psicoterapeuta
Riferimenti bibliografici:
Palmonari A., (2001). Gli adolescenti. Né adulti, né bambini, alla ricerca della propria identità. Edizioni Il Mulino, Milano.
Siegel D., J., (2018). La mente adolescente. Raffaello Cortina Editore, Milano.